Quadreria Pietro Montuschi

QUADRERIA MONTUSCHI

( Raccolta di cimeli appartenuti al Prof. Pietro Montuschi )

Casa Museo Piancastelli, FLOORCASTLES HOUSE

Museo Prof. Pietro Montuschi

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PROF. PIETRO MONTUSCHI

" Dott. Prof. Grand'Uff. Cav. Presidente Accademia Torricelliana Scienze e lettere"

15 Febbraio 1874 - 20 Dicembre 1959

La Torre del 500

Montuschi frequenta il Liceo “Torricelli” a Faenza e s’iscrive all’Università di Firenze alla facoltà di Medicina, dove si laurea nel 1900 ( la foto di laurea è in nostro possesso ). Nel 1914 consegue la libera docenza in Patologia medica all’Università di Pisa. A Firenze fonda la Croce Verde. Scoppiata la guerra 1915-1918, veste la divisa d’ufficiale medico. In quegli anni, gli è conferita l’onorificenza di Cavaliere della Corona d’Italia. Nel 1924, assume la presidenza delle Opere Pie di Faenza e in seguito la carica di Podestà, dal 1930 al 1934. Ottiene il titolo di Grande Ufficiale e più tardi, dal Consiglio comunale di Faenza riceve la cittadinanza onoraria. Accetta più tardi la tessera del Partito Fascista senza tuttavia essere mai coinvolto in azioni politiche. A Firenze conosce Domenica Solomon, che si era recata da lui in ospedale per una visita. La Solomon era ebrea e ricchissima, ed era la proprietaria del prestigioso Grand Hotel Minerva di Firenze...si sposano. Alla morte della Solomon il Montuschi eredita il Minerva, che gestisce brillantemente per vari anni, poi viene venduto e gli arredi dell'albergo distribuiti a vari enti, e ai parenti ( i Savorani ). Alcuni di quegli arredi si trovano anche qui alla Floorcastles House. Fu un grande benefattore, donando grandi quantità di denaro a enti e istituzioni, ma anche a privati cittadini...ricevendo in cambio solo ingratitudine. Tutti volevano solo prendere da lui senza mai ringraziarlo, anche la chiesa. Per tutta la vita donò "Perle ai Porci"! Raccontava sempre con tristezza, di quando attraversando il paese sul suo macchinone nero guidato dall'autista, molti suoi compaesani di Fognano sputavano in terra al suo passaggio, spesso a farlo erano anche persone che da lui avevano ricevuto soldi, o aiuti di altro tipo. Questa è...l'invidia delle persone mediocri, per gli uomini di genio.

Molte le residenze in cui abitò, il Gran Hotel Minerva di Firenze che ereditò alla morte della moglie Salomon Domenica, La Villa di Angugnano nel brisighellese, la splendida villa di Bagno a Ripoli, e la cinquecentesca torre che sorge sempre nel territorio brisighellese, in cui nacque anche il Cardinale Galamini personaggio di rilevanza storica. Ormai il Prof. Montuschi è dimenticato da tutti..nemmeno Faenza e Brisighella gli rendono omaggio come merita.

Giuliano Piancastelli

Prof. Pietro Montuschi , Quadreria Floorcastles House

LA QUADRERIA.... PROF. PIETRO MONTUSCHI

Una parte della Floorcastles House è interamente dedicata all'illustre Prof. Montuschi. Nella nostra raccolta oltre a foto che lo ritraggono in vari momenti della sua vita, abbiamo anche tutti gli attestati onorifici che negli anni gli furono conferiti. Da quelli del Vaticano a quelli del Presidente della Repubblica dell'epoca, e molti altri. A Faenza fu anche Presidente della Società Torricelliana... https://www.torricellianafaenza.it/w/i-presidenti/ Con il grande benefattore e professore non abbiamo alcun legame di parentela, ma essendo entrati in possesso di molti suoi oggetti personali, ci è sembrato giusto dedicare uno spazio a questo grande e generoso personaggio.....all'interno della nostra Casa D'Arte.

Prof. Pietro Montuschi

IL PROF. PIETRO MONTUSCHI

IN UN RICORDO DELLA SCRITTRICE ADA TRERE' CIANI

"Vi parlo da vecchio medico ed insegnante che, come tale, ha molta esperienza dei dolori umani e conosce la bellezza dell'animo giovanile..." Così il prof. Pietro Montuschi , il 15 giugno del 1958, iniziò il discorso per l'inaugurazione dell'Aula Magna ( da lui stesso voluta e finanziata) nell'Istituto Magistrale del Collegio Emiliani del quale fu il primo preside e al quale ottenne la Parifica dal Ministero. Egli fu per il Convento e per tutto il paese, dove molte delle sue opere sono rimaste a testimoniarlo, un benefattore inesauribile. Ho conosciuto bene il prof. Montuschi e avevo la sua fiducia, quando frequentavo le magistrali e anche dopo. Ogni volta che da Firenze ( dove era proprietario con la moglie dell'Albergo Minerva, in Piazza Santa Maria Novella) veniva nella sua casa della Torre ci mandava a chiamare: me e il mio amico e compaesano Rinaldo Mondini, di solo qualche anno maggiore di me, che allora frequentava la facoltà di ingegneria presso l'Università di Bologna. Non so perché avevamo tutta la sua fiducia. Ci riceveva alla Torre, dove viveva con la sua governante Malvina, nella torretta della casa colonica. Non aveva ancora fatto costruire la nuova casa lì accanto. Una graziosa villetta che abbiamo visto crescere dalle fondamenta e la cui costruzione sorvegliava da vicino e con tanto interesse. " Qui ci viene una finestra che abbraccia proprio la vista della chiesa parrocchiale!" ci spiegava indicandoci un’apertura in un muro grezzo della casa che stava sorgendo.

Noi vedevamo solo un'apertura un po' sgarbata, che veramente si affacciava direttamente sul paese con la Parrocchiale in primo piano. Allora non c'erano in mezzo tutte le case che ci sono ora. Sono venute tutte dopo. Quella che si stava costruendo era una bella villetta, con tutte le comodità ( “ adatta a persone anziane” spiegava lui) e le doppie finestre vetrate che, a mio avviso,

facevano tanto film straniero... Aprivi una finestra e sotto ce n'era ancora un'altra chiusa. E perché poi? A casa mia le finestre avevano due ante sole più gli scuretti per far buio. E tante fessure che, come diceva la mia mamma, ci passavano anche i gatti. La finestra strategica che aveva voluto il Professore, quasi per dialogare direttamente con la Chiesa parrocchiale, e tutte le altre doppie finestre mi sono rimaste nella mente più di tutto il resto. Purtroppo la casa della quale aveva centellinato i momenti di costruzione il Professore non se l'è goduta. Non ne sono certa, ma mi pare che non abbia neppure fatto in tempo ad inaugurarla. Nella mia mente è rimasto il ricordo di quei muri grezzi e di quell'apertura nella quale entrava difilata la visione di Fognano. Il prof. Montuschi amava molto Fognano. Forse sua moglie non altrettanto, gli preferiva Firenze, infatti non veniva spesso. Anche nella casa nuova, se c'è andato o se ci fosse potuto andare, sarebbe stato solo come nella torretta lì accanto. Accudito soltanto dalla fedele Malvina e pronto a ricevere i visitatori che erano sempre postulanti. L'ho conosciuto bene, da vicino. Gli ho voluto bene come ad un nonno dal grande cuore e ne ho ammirato la generosità verso un paese che, nei suoi confronti, sapeva quasi soltanto chiedere. Era una persona dalla grande bontà che si traduceva in continue opere di beneficenza. Non sapeva rimandare chi gli chiedeva aiuto e forse, pensavo, non sapeva distinguere le persone che veramente avevano bisogno da quelle che approfittavano della sua generosità. A ripagarlo sarebbe bastato un grazie, un saluto, una visita disinteressata, ma raramente i suoi compaesani gliel'hanno concessa.

Le onorificenze del Vaticano e del Governo

Neanche la chiesa e neppure i politici. Tutti miravano soltanto a ricevere. Io ero una studentessa e venivo da una famiglia molto semplice, ma né io né i miei gli avremmo chiesto aiuto nemmeno se ne avessimo avuto bisogno, perché ci scandalizzavano le continue richieste che gli rivolgevano i molti che approfittavano della sua assoluta fiducia nel prossimo e si ritenevano furbi perché riuscivano spesso ad ottenere quanto chiedevano. Per me e per Rinaldo poi era davvero come un nonno affettuoso e cordiale che ci offriva il suo volto vero. Ne sentivamo le delusioni, mai il disappunto. " Il primo segno di civiltà in un popolo" diceva" si rivela nel saluto" e ancora "...amerei che ci fosse più gentilezza..." Si riferiva ai suoi compaesani e soffriva perché spesso non riceveva neppure un cenno di saluto da quelli che aveva beneficato. Io prendevo allora il coraggio per dirgli a proposito di quello o quelli che non lo avevano salutato: "Forse non l'hanno vista... Forse erano soprappensiero... " Credeva tutto". Se non fosse stato per la sua grande semplicità non avrebbe fatto parte delle sue apprensioni e delle sue delusioni a due giovani, poco più che ragazzi, come noi. Forse pensava ai figli che non aveva avuto e sentiva che gli volevamo bene Ci pareva perfino di doverlo difendere o proteggere. Da Brisighella, soprattutto da Faenza, oltre che da Fognano, era tutto un chiedere, tutto un ricorrere al suo aiuto. Più che altro al suo portafogli. Spesso, quando lo raccontava, sentivo che non era giusto che fosse tanto condiscendente, ma non ho mai osato dirglielo. Del resto lui non si aspettava dei pareri dai nostri diciassette diciott'anni: gli piaceva raccontarci di sè.

Era sempre felice di poter raccontare che aveva dato, che aveva elargito, donato... come quando descriveva la Casa di Riposo dello Stradone, a Faenza. "Voglio che gli ospiti possano assistere alla Santa Messa senza dovere scendere le scale, da qualsiasi piano..." Era molto amico del Prof. Piero Zama, ne parlava spesso e, credo per i suoi buoni uffici, aveva dato alla costruzione un primo incentivo di quaranta milioni. A quel tempo era una grande somma. Non mi risulta che il suo nome, a opera ultimata, sia stato menzionato in modo particolare. Almeno non in un primo tempo quando il Professore, fiero della sua donazione, ce ne parlava. Di certo l'Istituzione non ha mai portato il suo nome "a lettere cubitali e indelebili" come il prof. Zama gli aveva prospettato e promesso. Per quanto ne so anche a Fognano il prof. Montuschi ha dato molto e ricevuto poco. Ebbe comunque parecchi titoli che gli piaceva cancellare con un trattino ad uno ad uno dai biglietti personali, ma che lo ricolmavano di piacere. Erano tutti quei titoli una delle sue debolezze. " Dott. Prof. Grand'Uff. Presidente dell'Accademia Torricelliana di Scienze e lettere... ma i meriti acquisiti furono taciuti dal prof. Zama durante una premiazione (così mi disse lui stesso) "per doveri d'ufficio". Io non lo capii e, se devo essere sincera, non lo capisco neppure oggi. Quali doveri ? E perché? A Brisighella fu benefattore delle Opere Pie e dell'Ospedale San Bernardo. Il Consiglio Comunale, dopo la guerra lo nominò Cittadino Benemerito e deliberò che a Fognano fosse intitolato al suo nome il Viale della Stazione. Provvide il piccolo ospedale di Santa Caterina di servizi igienici e di bagni e vi fece allestire una sala di ostetricia con relative attrezzature.

Altri attestati nella Quadreria

Sempre a Fognano fondò le Case Popolari " per vecchi e bisognosi" che, quelle sì, portarono il suo nome sulla facciata fino a poco tempo fa. "Case Popolari Montuschi" Donò ai giovani, nel suo terreno, il Campo sportivo e, oltre che Preside fu insegnante di Puericultura nell'Istituto Magistrale. Salvò dall'abolizione le Fiere di merci e bestiame del terzo venerdì del mese, che tornavano utili e vantaggiose a molti Fognanesi. Donò alle Suore il terreno per l'Asilo, poi la villa di Angugnano. Nel 1926 fu promotore del Parco della Rimembranza. Sempre a Fognano ottenne la delegazione comunale e l'istituzione della Cassa di Risparmio. Inoltre con l'Arciprete Giovanni Battista Cantagalli ottenne dallo Stato, negli anni trenta, un decreto per il consolidamento della Canonica, lesionata da un terremoto, e di gran parte del paese le cui rive alte sul fiume correvano pericolo costante di erosione.

Per tutto questo e per tanto altro, ottenuti brevi ringraziamenti da privati.... il prof. Montuschi non ebbe sufficienti manifestazioni di riconoscenza. Perlomeno le persone che contavano, della chiesa e della politica non seppero indurre i concittadini a dimostrargliene. E lui ci avrebbe tenuto. Gli piacevano i bei discorsi, le parole alate... Costavano poco, se le meritava ampiamente, ma non gliele hanno dette per gratificarlo. Eccezion fatta, sempre per le Suore del Convento che gli sono state sempre riconoscenti e devote.. Ho avuto la sua fiducia e ne sono ancora incredula e fiera. Non gli ho mai chiesto niente (non ne avevo bisogno e forse non l'avrei fatto comunque). anche di questo e per questo sono fiera di avere avuto la sua stima e la sua amicizia. E gli sono grata per il bene che ha fatto nella sua infinita generosità, che non gli ha fruttato palese riconoscenza dalla sua gente. Sono persuasa che sia stato celebrato più che altro da coloro che, di volta in volta, avevano già in serbo qualcosa da chiedergli. Ma di questo lui non si rendeva conto o, se lo capiva, fingeva di non accorgersene. Ricordo i preparativi per le elezioni del 1948. Nessuno dei politici fognanesi, dei compilatori di liste elettorali, pensò di invitarlo a rappresentare una lista. Il Prof. Montuschi era allora l'unico Personaggio, illustre e rappresentativo, che Fognano potesse vantare, ma nessuno si rivolse a lui. E allora accadde qualcosa di incredibile. Rinaldo ed io ci eravamo accorti della sua delusione e ci dispiaceva. Il mio babbo era di fede repubblicana, ma non faceva politica. Il suo grande amico Melandri, detto Tapino, era pure un Repubblicano fervente. Allora suggerimmo loro di recarsi dal Professore a chiedere di entrare nella loro lista. Ci ascoltarono e fu mandata immediatamente una delegazione ad invitarlo. Il Professore accettò.

Il libro dei commenti alla Floorcastles House

Così si fregiarono del suo nome i manifesti del PRI di quelle prime Elezioni. Conservo un manifestino così concepito " Partito Repubblicano Italiano - Votando per il PROF. MONTUSCHI - voterete per un saggio ed esperto amministratore " Passarono pochi giorni dalla comparsa dei manifesti e il Professore mi mandò a chiamare con urgenza. Non so se chiamasse anche Rinaldo. Arrivai e lo trovai infinitamente avvilito. Mi disse che aveva ricevuto la visita dell'Arciprete Cantagalli e di alcuni DC che gli avevano rimproverato di essersi messo coi senza Dio. Io rimasi fulminata. Non conoscevo né quel partito né altri, ma i repubblicani che conoscevo io erano tutti brava gente e l'unica cosa che riuscii a dirgli per consolarlo (non sapevo e non ho mai saputo di politica ) fu una affermazione che volli indignata: " Ma come? Ma se Mazzini diceva "Dio e Patria!" Era tutto quello che mi venne da esclamare ed ero tanto dispiaciuta io per il suo stato che non trovai proprio nient'altro da dirgli. Non so se questo valse a consolarlo. Naturalmente i Repubblicani non vinsero e non so come sia proseguita la sua adesione a quel partito. Io, che mi ero iscritta a Ca' Foscari per lingue straniere, vinsi subito dopo il Concorso Magistrale e andai ad insegnare alla Bassa. Non ebbi più occasione di vederlo spesso. Ricordo la sua rettitudine, la sua bontà e la sua grandezza d'animo e mi fa ancora dispiacere il pensiero che soffrisse per l'ostentata indifferenza dei compaesani che incontrava. Disse in un suo discorso, mentre se ne lamentava: "...forse ai Fognanesi dispiace per i doni che faccio al Convento..." Come se non avesse fatto altrettanto per il paese! Quasi a scusarsi per tutte le opere compiute.

Ada Ciani

Ma come avrà modo di vedere il caro Prof. Montuschi, morto dimenticato in mezzo all'indifferenza e all'ingratitudine, noi della Floorcastles House non ci siamo dimenticati di lui, ed abbiamo fatto sorgere la Quadreria Montuschi a perenne memoria.

Ringraziamo la scrittrice ed insegnante ADA TRERE' CIANI per averci donato questo articolo, prezioso spaccato di vita del grande benefattore, ed estendiamo il ringraziamento anche all'insegnante signora Carla Ciani...che ci ha fornito gli articoli di giornali d'epoca che potrete leggere nella gallery di questa pagina.

Il Duce e il Prof Montuschi

Il Prof. Pietro Montuschi, saluta alla stazione, il Duce Benito Mussolini

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LA CAPPELLA MONTUSCHI

Cappella Montuschi

Il Prof. Pietro Montuschi morto il 20 dicembre 1959, riposa in un piccolo cimitero che sorge nel territorio Brisighellese, all'interno della Cappella Montuschi. La tomba presenta nello scalino d'ingresso, alla base dell'imponente portale in pietra serena, la data 1926. Al suo interno, sotto uno splendido soffitto blu trapunto di stelle dorate, troneggia l'altare in marmo, dove un tempo i preti celebravano una messa in sua memoria... ( come richiesto nel testamento dal prof. in cambio di tutte le donazioni fatte alla chiesa, mentre era in vita e anche in morte )...messa che non viene celebrata ormai da decenni. La decorazione interna è di gusto fiorentino dal sapore rinascimentale, si tratta di decorazioni a tempera a secco. Su incarico di una parente ( Elvira Cioni Savorani ) sono proprio io ad occuparmi degli interni, mentre gli esterni che sarebbero di responsabilità comunale sono in abbandono da tantissimi anni. Essere abbandonato da tutti era forse nel destino del grande Prof. Montuschi, ma io non sono come gli altri, e quando si è presentata l'occasione di raccogliere i cimeli della sua vita l'ho fatto con piacere. Creare il piccolo museo privato..LA QUADRERIA MONTUSCHI..e raccontare frammenti della sua vita prestigiosa e ricca di generosità è stato un dovere di cittadino...perchè un uomo muore veramente, solo quando viene dimenticato.

Giuliano Piancastelli

Cliccando sulle immagini della gallery, potrete leggere alcuni articoli d'epoca che parlano del Professore.

Leggo in una scheda:

Il prof. Pietro Montuschi era nato a Sant'Eufemia il 15 febbraio 1874 - si trasferì a Fognano nel

1879 - frequentò il Ginnasio e il Liceo a Faenza e si laureò a Firenze in medicina e chirurgia. Fu

libero docente nell'Università di Pisa ed esercitò la sua professione a Firenze

A Fognano costruì le Case Popolari nel viale della stazione e le donò all'Osp. Civile del paese

Per completare il curriculum delle sue meritorie attività si rimanda al volume di Carlo Mazzotti

"Fognano in Val di Lamone" alle pagg.133 -134.

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Presso il Convento si trova il Volumetto:

" Inaugurazione dell'Aula Magna "Pietro Montuschi" 8 giugno 1958 Stab. Grafico Lega - Faenza - pagg. 44

Contenuto:

Brevi risposte all'invito a parteciparvi da parte di: Card. G. CicognaniArc. Di Ravenna Salvatore Baldassarri

Mons. Giuseppe Battaglia Vescovo di Faenza

Mons. Paolo Babini Vescovo di Forlì

Prof. E. Giaccone Presidente dell'ENAOLI

Prof. G. Bertoni Preside del Liceo di Lugo